domenica 7 agosto 2016

E il Parchetto vive ancora.. o quasi..







L'Upupa è un uccello inconfondibile, lunga circa 27 cm.  
Entrambi i sessi hanno un piumaggio bruno roseo, sulla coda e le ali grosse strisce bianche e nere, una lunga cresta erettile con terminazioni di colore nero che normalmente è tenuta depressa. 
Ha un lungo becco ricurvo, con il quale scava nel terreno alla ricerca di vermi insetti o semi. 
Si sposta con un volo svogliato ed ondulante con caratteristico lento movimento delle ali "a farfalla".
Emette un caratteristico richiamo, un basso pu-pu-pu e un grido auto quando è in allarme. 
Vive in zone boscose ma aperte, in frutteti e parchi.
E' stata avvistata più volte al parco. 


 Purtroppo a fine Luglio 2016 è stato trovato morto al Parco delle Querce un esemplare di Assiolo.
 Un piccolo rapace di circa 19 cm. 
L'Assiolo è l'unico gufo molto piccolo con i "ciuffi" o "cornetti" che non sempre sono evidenti, di norma li alza quando è in allarme.
Rispetto alla civetta ha la testa più piccola e piatta ed è più allungato, con la figura più affilata e la coda più lunga. E' essenzialmente notturno, si ciba soprattutto di insetti ed emette un fischio melanconico, insistentemente ripetuto. 
Nidifica in buchi sugli alberi, vicino alle abitazioni umane, piantagioni, giardini ecc..

Fonte: "Guida agli uccelli d'Europa"
Peterson-Mountfort-Hollom


Sarebbe interessante conoscere la causa della morte, avrà mangiato qualcosa di avvelenato? o semplicemente il suo habitat distrutto avrà contribuito alla sua morte?

Ringraziamo Luca Scapigliati per le belle foto che testimoniano la vita nel parco. 
Grazie Luca.

I nostri alberi che definivano VIVI



L'assessore Alvaro Ricci aveva definito lo "spostamento", da parte della ditta costruttrice, degli ulivi per far posto alla costruzione della palestra, il tutto come : "un piccolo disagio da sopportare per il bene del quartiere, che poi verrà fuori un bel parco.." avevano anche assicurato che gli ulivi reimpiantati non avrebbero subito danni. Ecco a distanza di un anno i risultati, ulivi secchi e ora il comune procede al loro taglio



"Il giorno 25 maggio 2015 la ditta appaltatrice CO. GE. DI s.r.l.di Montefiascone (Vt) ha iniziato. come da capitolato d’appalto xxxx ad effettuare l’opera di espianto e reimpianto di alcuni olivi che insistevano sul terreno ove doveva essere costruita sempre dalla medesima ditta la Palestra polivalente. L’opera avveniva dopo aver potato in modo grossolano le piante, che dopo il 31 marzo, secondo la corretta prassi agronomica non possono essere potate per non comprometterne la naturale crescita».
«L’espianto e il reimpianto delle piante, avveniva anch’esso in modo grossolano arrecando ulteriori danni alle piante. In particolare la ditta appaltatrice ha utilizzato una scavatrice, atta al movimento terra e non all’opera a regola d’arte di espianto ed impianto. La stessa veniva utilizzata anche per il trasporto delle piante dal luogo dell’espianto a quello di reimpianto. Da quanto esposto e dalla documentazione allegata si crede che il lavoro non sia stato eseguito a regola d’arte pur essendo previsto dal contratto firmato con l’ente appaltante (Comune di Viterbo).
Il contratto di appalto prevede, all’articolo 15 lettera a) le clausole di risoluzione dello stesso per “frode nell'esecuzione dei lavori”; e alla lettera c) per “manifesta incapacità o inidoneità, anche solo legale, nell’esecuzione dei lavori”. Il disciplinare di gara al punto 1.3 lettere i) ed L) prevede che la ditta che deve eseguire i lavori dichiari di avere a disposizione i mezzi e materiali adeguati per procedere all’esecuzione del lavoro a regola d’arte. Da quanto esposto e dalla documentazione allegata si evince esattamente il contrario, ovvero la ditta appaltatrice non disponeva dei mezzi adeguati allo svolgimento dell’opera e non era in grado di attuarla a regola d’arte. Secondo quanto previsto dall’articolo 7 del contratto è possibile “la sospensione dei lavori su ordine del direttore dei lavori nei casi di avverse condizioni climatologiche, di forza maggiore, o di altre circostanze speciali che impediscono la esecuzione o la realizzazione a regola d’arte dei lavori, compresa la necessità di procedere alla redazione di varianti in corso d’opera”. Malgrado questa possibilità il direttore dei lavori non ha sospeso i lavori, manifestando ulteriore grado di incompetenza nell’esecuzione a regola d’arte degli stessi».
la Provincia di Viterbo ha adottato le linee guida per la redazione di Piani del Verde previsti dalla normativa europea, nazionale e regionale nei cui allegati sono descritte le modalità di espianto e reimpianto degli alberi d’olivo. Tale allegato è stato prodotto con il contributo dell’Università della Tuscia. Il Comune di Viterbo non dispone ancora di un Piano del Verde. La mancanza all’adempimento di questa disposizione obbliga la ditta appaltatrice ad utilizzare la legge di categoria giuridica superiore, ovvero quella provinciale.
Nel giorno 26 maggio si è tenuta presso il Consiglio Comunale di Viterbo una discussione sui lavori e sui danni provocati dalla ditta appaltatrice secondo quanto sopra esposto anche utilizzando la stessa documentazione fotografica in questo esposto. L’ente appaltante è stato quindi adeguatamente informato sia nella persona del sindaco Michelini che dell’assessore all’Urbanistica Ricci. Pur avendo evidenza della manifesta incapacità o inidoneità, anche solo legale, nell’esecuzione dei lavori, l’amministrazione del Comune di Viterbo, ovvero l’ente appaltante non ha sospeso i lavori. Questo potrebbe configurare uno spreco di denaro pubblico poiché speso con una ditta appaltatrice che già oggi appare inidonea ed incapace che potrebbe non condurre a termine in modo corretto la commessa»."

venerdì 5 agosto 2016

Palestra a santa Barbara, il comune deve tirare fuori 40mila euro? Oltre al danno, la beffa




“Palestra a santa Barbara, il comune deve tirare fuori 40mila euro?”.
La struttura, ancora non aperta, ha avuto un iter piuttosto complicato e rischia di avere un finale amaro per le casse comunali.
Chiara Frontini (Viterbo 2020) va all’attacco. Sembrerebbe che dalla rendicontazione delle spese, il ministero avrebbe escluso circa 40mila euro. Soldi non riconosciuti, ma ormai spesi. Se confermato, ce li dovrà mettere il comune.
“Se le indiscrezioni dovessero essere confermate – spiega Frontini – sarebbe un fatto gravissimo. Oltre al danno, la beffa.
Già la palestra è nata male, con tante polemiche da parte degli abitanti del quartiere.
L’assessore ci diceva che andava fatta altrimenti avremmo perso il finanziamento dello Stato, mentre invece sembra che adesso il comune debba metterci sopra 40mila euro, presi dalle tasse di tutti, togliendo risorse da altri interventi importanti, certamente più necessari e urgenti.
Chiediamo chiarimenti su questo punto, vogliamo sapere se quanto trapelato risponde al vero e, nel caso, quali sono i motivi per i quali il ministero non ci riconoscerebbe le spese sostenute”.



“Palestra a Santa Barbara, non c’è stato né danno e né beffa”.
Sui 40mila euro che il comune dovrebbe tirare fuori dalle proprie casse, per spese scartate dal ministero, arriva a breve giro di posta la replica dell’assessore Alvaro Ricci (Lavori pubblici).
“La consigliera Chiara Frontini – spiega Ricci – ha parlato di danno e beffa. Ma non c’è né l’uno e né l’altra. C’è solo il rammarico per il tempo che sta passando, questa palestra va ultimata al più presto”.
Sui 40mila euro Ricci non è troppo preoccupato. “E’ solo un’eventualità – spiega l’assessore – che prudenzialmente abbiamo voluto segnalare. Nulla di più”.
Tutto nasce dal progetto e da 74mila euro risparmiati con il ribasso d’asta dei lavori.
“Soldi messi a disposizione per lavori in economia. Una parte, per 23mila euro sono stati utilizzati per una perizia e interventi necessari alla sicurezza della struttura, adeguamenti per nuove norme sopraggiunte nel frattempo,adeguare la palestra a norme antincendio e renderla fruibile anche per eventi con il pubblico.
Quindi restavano ancora avanzi per circa 30mila euro, per i quali abbiamo chiesto alla ragioneria di Stato se potevamo utilizzarli per il percorso della salute.
Una miglioria, che come ho sempre detto, che si sarebbe fatta in caso d’assenso”. Che però non c’è stato. La ragioneria ha detto di no.
“Questo perché si tratta di un intervento – continua Ricci – che è fuori dal contratto principale. Sono opere aggiuntive”.
Cosa diversa sono i circa 40mila euro “incriminati”. “Sono stati utilizzati – precisa Ricci – per interventi che fanno parte del progetto, sono parte integrante. Situazione all’opposto rispetto al percorso della salute.
Tuttavia, avendo la ragioneria di Stato negato l’uso per l’altro progetto, abbiamo unicamente voluto informare che potrebbe verificarsi questa ipotesi. Non è un problema di spese.
E’ solo una considerazione di carattere prudenziale nel momento in cui si discutono gli equilibri di bilancio. Nulla di più.
Siamo nel mero campo delle ipotesi e finché non ci sarà la rendicontazione, non c’è nulla di definito”.
 foto di Bruno Pagnanelli








































Intanto…….

http://www.tusciaweb.eu/2016/08/la-palestra-santa-barbara-invasa-dalle-erbacce/