venerdì 19 giugno 2015

Fareste giocare i bambini in un parco così?




Fareste giocare i vostri figli in un parco ridotto in questo stato?
E’ di questo che si devono accontentare i bambini di via Consolini a Santa Barbara.
Enrico Sciuga

Luigi:
E pensare che con un pochino di lungimiranza potevano utilizzare uno dei tanti terreni abbandonati di proprietà del comune. Bastava fare una visura al catasto per sapere dove stanno!!!


Cristina:
..queste le promesse date il 3 Aprile 2014 dal Sindaco e Assessore al verde. “Non toccheremo un briciolo di verde” e da chi li spalleggiava : “il parco sarà degno di questo nome..” ora che c’è l’impianto nel parco, i cani non fanno più cacca, l’erba è tagliata e 12.000 abitanti sono felici. Inoltre i bambini giocano alla Solidarietà con i giochi donati dall’esercito. Grazie Sindaco!

 



Laudato si.. di Papa Francesco


Papa Francesco avrebbe di certo voluto Parchetto salvo, consapevole che si sarebbe potuto trovare un altro posto all'impianto sportivo.


La terra, nostra casa comune, «protesta per il male che provochiamo a causa dell’uso irresponsabile e dell’abuso dei beni che Dio ha posto in lei. Siamo cresciuti pensando che eravamo suoi proprietari e dominatori, autorizzati a saccheggiarla»
Serve una «conversione ecologica»

L'enciclica «Laudato si'» di Papa Francesco, 246 paragrafi divisi in sei capitoli, aggiunge un nuovo contributo alla dottrina sociale  della Chiesa mettendo l'umanità di fronte alle sue responsabilità. È un testo  articolato, in vari punti molto specifico, che attinge a piene mani dai documenti di molte conferenze episcopali e non si rivolge solo ai cristiani ma «a ogni persona che abita questo pianeta». 

Il Papa propone il modello di san Francesco, dal quale si impara come siano «inseparabili la preoccupazione per la natura, la giustizia verso i poveri, l’impegno nella società e la pace interiore»

Tra i luoghi che richiedono «una cura particolare, a motivo della loro enorme importanza per l’ecosistema mondiale», Francesco menziona «quei polmoni del pianeta colmi di biodiversità che sono l’Amazzonia e il bacino fluviale del Congo, o le grandi falde acquifere e i ghiacciai». Invita a non «ignorare gli enormi interessi economici internazionali che, con il pretesto di prendersene cura, possono mettere in pericolo le sovranità nazionali».

Il Papa parla del deterioramento della qualità della vita umana e della degradazione sociale, ad esempio nella «smisurata e disordinata crescita di molte città diventate invivibili» sia per l'inquinamento che per il caos urbano. Invitando a riflettere sulla «inequità planetaria», Francesco ricorda che «l’ambiente umano e l’ambiente naturale si degradano insieme» colpendo i più deboli. Problemi che «non trovano spazio sufficiente nelle agende del mondo». Per questo ricorda che «un vero approccio ecologico diventa sempre un approccio sociale, che deve integrare la giustizia nelle discussioni sull’ambiente, per ascoltare tanto il grido della terra quanto il grido dei poveri».

«I poteri economici continuano a giustificare l’attuale sistema mondiale, in cui prevalgono una speculazione e una ricerca della rendita finanziaria», oggi «qualunque cosa che sia fragile, come l’ambiente, rimane indifesa rispetto agli interessi del mercato divinizzato, trasformati in regola assoluta»

«L'analisi dei problemi ambientali è inseparabile dall’analisi dei contesti umani, familiari, lavorativi, urbani, e dalla relazione di ciascuna persona con sé stessa» . Il Papa parla di «ecologia sociale», ricordando che «diversi Paesi sono governati da un sistema istituzionale precario, a costo delle sofferenze della popolazione», e si «registrano con eccessiva frequenza comportamenti illegali». Anche dove esistono normative sull'ambiente, non sempre vengono applicate. Francesco cita quindi «l'ecologia culturale», e chiede attenzione per le culture locali. Invita a non «pretendere di risolvere tutte le difficoltà mediante normative uniformi», spiega la necessità di assumere la «prospettiva dei diritti dei popoli e delle culture», perché «l’imposizione di uno stile egemonico di vita legato a un modo di produzione può essere tanto nocivo quanto l’alterazione degli ecosistemi».

Il Papa elogia poi «la creatività e la generosità di persone e gruppi che sono capaci di ribaltare i limiti dell’ambiente, modificando gli effetti avversi dei condizionamenti, e imparando ad orientare la loro esistenza in mezzo al disordine e alla precarietà». Fa esempi che riguardano le città: chi progetta edifici, quartieri e città dovrebbe servire «la qualità della vita delle persone, la loro armonia con l’ambiente, l’incontro e l’aiuto reciproco» ascoltando il punto di vista degli abitanti del luogo.

Il Papa chiede una «una conversione ecologica», che riconosca il mondo «come dono ricevuto dall'amore del Padre». La spiritualità cristiana «incoraggia uno stile di vita... capace di gioire profondamente senza essere ossessionati dal consumo». E «propone una crescita nella sobrietà e una capacità di godere con poco». L'ecologia integrale richiede «un atteggiamento del cuore, che vive tutto con serena attenzione». Francesco suggerisce ad esempio di «fermarsi a ringraziare Dio prima e dopo i pasti», invitando infine a saper contemplare il mistero «in una foglia, in un sentiero, nella rugiada, nel volto di un povero».




Testo estrapolato dal seguente articolo:


mercoledì 17 giugno 2015

Cosa c'era nascosto nel Parco..

I bisogni, i desideri erano questi.. 
nascosti tra gli ulivi, tra la stradina rossa che fa l'imbuto, a spezzare, ma anche unire un quartiere c'era tutto questo:

Una piccola libreria di quartiere, dove lasciare un libro e prendere un libro:




un angoletto libero e di pace per i bimbi dove sfogliare i libri:


Un angolo di scoperta della Musica:









Un Orto Urbano adibito soprattutto per i bambini realizzato con materiale di riciclo, con il percorso delle piante aromatiche, alla scoperta delle verdure di stagione:








Un Piccolo Laboratorio a cielo aperto
dove conoscere e toccare con mano le leggi della natura



allevare lombrichi per conoscerne le loro necessità e la vita, con i cicli della riproduzione e della morte.




Poi c'era un Teatro all'aperto, immerso nel verde, tra gli ulivi












dove d'estate si vedevano anche i film ed i mondiali di calcio



tante attività si potevano svolgere nel parco che era in piano, senza salite ne discese.. una grande distesa di erba all'ombra delle querce




un luogo immerso nella natura che donava i suoi rami per lasciar posto alla creatività dei bambini


poi lo spazio.. per i pic nic, le feste.. l'aggregazione, lo stare insieme.






questo ho visto e sognavo per il Parco delle Querce, perché di questo so che hanno bisogno i miei amici, la mia città, ed io.













lunedì 15 giugno 2015

Le leggi esistono, e noi segnaliamo.. sarà IN.. coscienza loro..



"La presente in relazione a quanto verificatasi il giorno 25 e 26 maggio 2015 durante la potatura e trapianto delle piante di ulivi nell’area dei lavori di costruzione del centro sportivo presso il c.d. Parco delle Querce in via della Biga di Castro.
Durante tale attività non effettuata a regola d’arte, la maggior parte degli ulivi trapianti in altra area del parco, risultano essere deperiti e morti. 
Poiché nei prossimi giorni sarà prevista anche la potatura delle due querce secolari dentro l’area di cantiere, il gruppo di cittadini che ha da sempre a cuore il Parco delle Querce, ricorda che secondo quanto previsto dall’art. 70 del Regolamento Regionale n. 7/C del 2005 di attuazione dell’art. 36 della Legge Regionale del Lazio n. 39 del 2002, la potatura delle latifoglie e delle conifere non resinose, deve essere effettuata senza danneggiare le piante stesse, ed è prevista solamente nel periodo tra il 1 novembre e il 31 marzo di ogni anno.

Si ritiene che ogni taglio costituirebbe violazione della legge regionale di cui sopra, motivo per il quale si chiede che i lavori vengano sospesi fino almeno alla data del 1 novembre prossimo, perchè comporterebbero la morte dei due secolari esemplari di Quercus pubescents come già è stato per gli ulivi potati e trapiantati precedentemente.
In assenza di un Regolamento specifico Comunale sul Verde Pubblico, viene applicata automaticamente la legislazione superiore, che è quella Regionale la quale prevede la supervisione e sanzione da parte dell’organo di competenza cioè il Corpo Forestale dello Stato."



sabato 6 giugno 2015

..passo ogni giorno e ammiro le persone che guardano gli alberi...


Passo ogni giorno e ammiro le persone che guardano gli alberi. anche se adesso c'è un cantiere che coprirà il verde col grigio che non serve.

foto di Bruno Pagnanelli

"Dio pose l'uomo e la donna sulla terra perchè la coltivassero e la custodissero...….
E mi sorgono le domande: che cosa vuol dire coltivare e custodire la terra? 
Noi stiamo veramente coltivando e custodendo il creato? 
Oppure lo stiamo sfruttando e trascurando? 
Il verbo "coltivare" mi richiama alla mente la cura che l'agricoltore ha per la sua terra (.....): quanta attenzione, passione e dedizione! 
Coltivare e custodire il creato è un'indicazione di Dio data non solo all'inizio della storia, ma a ciascuno di noi; è parte di un progetto; vuol dire far crescere il mondo con responsabilità, trasformarlo perchè sia un giardino, un luogo abitabile per tutti. (....) 
Ma il "coltivare e custodire" non comprende solo il rapporto tra noi e l'ambiente, tra l'uomo e il creato, riguarda anche i rapporti umani. 
I Papi hanno parlato di ecologia umana, strettamente legata all'ecologia ambientale. Noi stiamo vivendo un momento di crisi, lo vediamo nell'ambiente ma soprattutto lo vediamo nell'uomo.
 La persona umana è in pericolo (…) 
E il pericolo è grave perchè la causa dei problemi non è superficiale, ma profonda; non è solo una questione di economia, ma di etica e di antropologia. (....) 
Quello che comanda oggi non è l'uomo, è il denaro, i soldi comandano. 
E Dio nostro Padre ha dato il compito di custodire la terra non ai soldi, ma a noi, agli uomini e alle donne. Noi abbiamo questo compito!! "
Papa Francesco (5.6.2013)
dalla bacheca della nostra Emilia.

La furia e la velocità di terminare sto mostro di impianto sportivo dentro il nostro parco procede.. ecco la situazione al 5 Giugno 2015:




Foto Stefano Capulli


Intanto scoprire che esistono serie , riconosciute norme che tutelano gli alberi in cantiere


PROTEZIONE DEGLI ALBERI NEI CANTIERI
LAVORI DI SCAVO

La posa di tubazioni è da eseguire fuori dalla chioma dell’albero. I lavori di scavo nella zona delle radici (zona della chioma) sono da eseguire a mano.
Le radici fino a 3cm di diametro sono da tagliare in nodo netto e da medicare a regola d’arte (lavoro da specialisti). Radici più grosse sono da sottopassare con tubazioni senza ferite, e vanno protette contro il disseccamento (per esempio con juta o PVC).
Nella zona delle radici evitare l’uso di macchine per costipare il terreno: solo lavoro a mano!


mercoledì 3 giugno 2015

Da oggi non più...


3 Giugno 2015



Così, dove c'era il prato, dove l'upupa volava sfarfallando tra gli ulivi, litigando lombrichi con i merli, dove i cuccioli di umani conoscevano gli insetti, i fiori, l'odore dell'erba e la terra bagnata…
 così.. una mattina finisce tutto.

 Perché finché c'era solo terra smossa, e la speranza.. di un "blocco ai lavori", rimediare era possibile.

Da oggi non più.

Gli omini hanno vomitato cemento dentro il cuore del parco.

 Ed adesso davvero è tutto finito.

 Tutto contaminato. 



Pochi metri più avanti, nel cimitero dei 22 ulivi spostati, iniziano a morire i primi amati alberi. 


Ognuno aveva un nome, scelto tra poeti, pittori, o ciò che aveva nel cuore chi aveva scelto il suo albero, per la sua corteccia, la sua forma, la sua chioma. 



Nessuno li riconosce più.. chi aveva vestito gli alberi con centrini, nastrini o messaggi può ancora ritrovarli, il resto.. sono zeppi messi a terra.







grazie a Stefano Cecchetto per le foto che sempre realizza al Parco,
 anche in questo momento così doloroso.