domenica 7 agosto 2016

E il Parchetto vive ancora.. o quasi..







L'Upupa è un uccello inconfondibile, lunga circa 27 cm.  
Entrambi i sessi hanno un piumaggio bruno roseo, sulla coda e le ali grosse strisce bianche e nere, una lunga cresta erettile con terminazioni di colore nero che normalmente è tenuta depressa. 
Ha un lungo becco ricurvo, con il quale scava nel terreno alla ricerca di vermi insetti o semi. 
Si sposta con un volo svogliato ed ondulante con caratteristico lento movimento delle ali "a farfalla".
Emette un caratteristico richiamo, un basso pu-pu-pu e un grido auto quando è in allarme. 
Vive in zone boscose ma aperte, in frutteti e parchi.
E' stata avvistata più volte al parco. 


 Purtroppo a fine Luglio 2016 è stato trovato morto al Parco delle Querce un esemplare di Assiolo.
 Un piccolo rapace di circa 19 cm. 
L'Assiolo è l'unico gufo molto piccolo con i "ciuffi" o "cornetti" che non sempre sono evidenti, di norma li alza quando è in allarme.
Rispetto alla civetta ha la testa più piccola e piatta ed è più allungato, con la figura più affilata e la coda più lunga. E' essenzialmente notturno, si ciba soprattutto di insetti ed emette un fischio melanconico, insistentemente ripetuto. 
Nidifica in buchi sugli alberi, vicino alle abitazioni umane, piantagioni, giardini ecc..

Fonte: "Guida agli uccelli d'Europa"
Peterson-Mountfort-Hollom


Sarebbe interessante conoscere la causa della morte, avrà mangiato qualcosa di avvelenato? o semplicemente il suo habitat distrutto avrà contribuito alla sua morte?

Ringraziamo Luca Scapigliati per le belle foto che testimoniano la vita nel parco. 
Grazie Luca.

I nostri alberi che definivano VIVI



L'assessore Alvaro Ricci aveva definito lo "spostamento", da parte della ditta costruttrice, degli ulivi per far posto alla costruzione della palestra, il tutto come : "un piccolo disagio da sopportare per il bene del quartiere, che poi verrà fuori un bel parco.." avevano anche assicurato che gli ulivi reimpiantati non avrebbero subito danni. Ecco a distanza di un anno i risultati, ulivi secchi e ora il comune procede al loro taglio



"Il giorno 25 maggio 2015 la ditta appaltatrice CO. GE. DI s.r.l.di Montefiascone (Vt) ha iniziato. come da capitolato d’appalto xxxx ad effettuare l’opera di espianto e reimpianto di alcuni olivi che insistevano sul terreno ove doveva essere costruita sempre dalla medesima ditta la Palestra polivalente. L’opera avveniva dopo aver potato in modo grossolano le piante, che dopo il 31 marzo, secondo la corretta prassi agronomica non possono essere potate per non comprometterne la naturale crescita».
«L’espianto e il reimpianto delle piante, avveniva anch’esso in modo grossolano arrecando ulteriori danni alle piante. In particolare la ditta appaltatrice ha utilizzato una scavatrice, atta al movimento terra e non all’opera a regola d’arte di espianto ed impianto. La stessa veniva utilizzata anche per il trasporto delle piante dal luogo dell’espianto a quello di reimpianto. Da quanto esposto e dalla documentazione allegata si crede che il lavoro non sia stato eseguito a regola d’arte pur essendo previsto dal contratto firmato con l’ente appaltante (Comune di Viterbo).
Il contratto di appalto prevede, all’articolo 15 lettera a) le clausole di risoluzione dello stesso per “frode nell'esecuzione dei lavori”; e alla lettera c) per “manifesta incapacità o inidoneità, anche solo legale, nell’esecuzione dei lavori”. Il disciplinare di gara al punto 1.3 lettere i) ed L) prevede che la ditta che deve eseguire i lavori dichiari di avere a disposizione i mezzi e materiali adeguati per procedere all’esecuzione del lavoro a regola d’arte. Da quanto esposto e dalla documentazione allegata si evince esattamente il contrario, ovvero la ditta appaltatrice non disponeva dei mezzi adeguati allo svolgimento dell’opera e non era in grado di attuarla a regola d’arte. Secondo quanto previsto dall’articolo 7 del contratto è possibile “la sospensione dei lavori su ordine del direttore dei lavori nei casi di avverse condizioni climatologiche, di forza maggiore, o di altre circostanze speciali che impediscono la esecuzione o la realizzazione a regola d’arte dei lavori, compresa la necessità di procedere alla redazione di varianti in corso d’opera”. Malgrado questa possibilità il direttore dei lavori non ha sospeso i lavori, manifestando ulteriore grado di incompetenza nell’esecuzione a regola d’arte degli stessi».
la Provincia di Viterbo ha adottato le linee guida per la redazione di Piani del Verde previsti dalla normativa europea, nazionale e regionale nei cui allegati sono descritte le modalità di espianto e reimpianto degli alberi d’olivo. Tale allegato è stato prodotto con il contributo dell’Università della Tuscia. Il Comune di Viterbo non dispone ancora di un Piano del Verde. La mancanza all’adempimento di questa disposizione obbliga la ditta appaltatrice ad utilizzare la legge di categoria giuridica superiore, ovvero quella provinciale.
Nel giorno 26 maggio si è tenuta presso il Consiglio Comunale di Viterbo una discussione sui lavori e sui danni provocati dalla ditta appaltatrice secondo quanto sopra esposto anche utilizzando la stessa documentazione fotografica in questo esposto. L’ente appaltante è stato quindi adeguatamente informato sia nella persona del sindaco Michelini che dell’assessore all’Urbanistica Ricci. Pur avendo evidenza della manifesta incapacità o inidoneità, anche solo legale, nell’esecuzione dei lavori, l’amministrazione del Comune di Viterbo, ovvero l’ente appaltante non ha sospeso i lavori. Questo potrebbe configurare uno spreco di denaro pubblico poiché speso con una ditta appaltatrice che già oggi appare inidonea ed incapace che potrebbe non condurre a termine in modo corretto la commessa»."

venerdì 5 agosto 2016

Palestra a santa Barbara, il comune deve tirare fuori 40mila euro? Oltre al danno, la beffa




“Palestra a santa Barbara, il comune deve tirare fuori 40mila euro?”.
La struttura, ancora non aperta, ha avuto un iter piuttosto complicato e rischia di avere un finale amaro per le casse comunali.
Chiara Frontini (Viterbo 2020) va all’attacco. Sembrerebbe che dalla rendicontazione delle spese, il ministero avrebbe escluso circa 40mila euro. Soldi non riconosciuti, ma ormai spesi. Se confermato, ce li dovrà mettere il comune.
“Se le indiscrezioni dovessero essere confermate – spiega Frontini – sarebbe un fatto gravissimo. Oltre al danno, la beffa.
Già la palestra è nata male, con tante polemiche da parte degli abitanti del quartiere.
L’assessore ci diceva che andava fatta altrimenti avremmo perso il finanziamento dello Stato, mentre invece sembra che adesso il comune debba metterci sopra 40mila euro, presi dalle tasse di tutti, togliendo risorse da altri interventi importanti, certamente più necessari e urgenti.
Chiediamo chiarimenti su questo punto, vogliamo sapere se quanto trapelato risponde al vero e, nel caso, quali sono i motivi per i quali il ministero non ci riconoscerebbe le spese sostenute”.



“Palestra a Santa Barbara, non c’è stato né danno e né beffa”.
Sui 40mila euro che il comune dovrebbe tirare fuori dalle proprie casse, per spese scartate dal ministero, arriva a breve giro di posta la replica dell’assessore Alvaro Ricci (Lavori pubblici).
“La consigliera Chiara Frontini – spiega Ricci – ha parlato di danno e beffa. Ma non c’è né l’uno e né l’altra. C’è solo il rammarico per il tempo che sta passando, questa palestra va ultimata al più presto”.
Sui 40mila euro Ricci non è troppo preoccupato. “E’ solo un’eventualità – spiega l’assessore – che prudenzialmente abbiamo voluto segnalare. Nulla di più”.
Tutto nasce dal progetto e da 74mila euro risparmiati con il ribasso d’asta dei lavori.
“Soldi messi a disposizione per lavori in economia. Una parte, per 23mila euro sono stati utilizzati per una perizia e interventi necessari alla sicurezza della struttura, adeguamenti per nuove norme sopraggiunte nel frattempo,adeguare la palestra a norme antincendio e renderla fruibile anche per eventi con il pubblico.
Quindi restavano ancora avanzi per circa 30mila euro, per i quali abbiamo chiesto alla ragioneria di Stato se potevamo utilizzarli per il percorso della salute.
Una miglioria, che come ho sempre detto, che si sarebbe fatta in caso d’assenso”. Che però non c’è stato. La ragioneria ha detto di no.
“Questo perché si tratta di un intervento – continua Ricci – che è fuori dal contratto principale. Sono opere aggiuntive”.
Cosa diversa sono i circa 40mila euro “incriminati”. “Sono stati utilizzati – precisa Ricci – per interventi che fanno parte del progetto, sono parte integrante. Situazione all’opposto rispetto al percorso della salute.
Tuttavia, avendo la ragioneria di Stato negato l’uso per l’altro progetto, abbiamo unicamente voluto informare che potrebbe verificarsi questa ipotesi. Non è un problema di spese.
E’ solo una considerazione di carattere prudenziale nel momento in cui si discutono gli equilibri di bilancio. Nulla di più.
Siamo nel mero campo delle ipotesi e finché non ci sarà la rendicontazione, non c’è nulla di definito”.
 foto di Bruno Pagnanelli








































Intanto…….

http://www.tusciaweb.eu/2016/08/la-palestra-santa-barbara-invasa-dalle-erbacce/

giovedì 31 marzo 2016

La Verità io la vedo ad occhi nudi

http://www.tusciaweb.eu/2016/03/palestra-santa-barbara-2/






"La struttura sportiva al popoloso quartiere di Viterbo è praticamente completata. Sopralluogo all’interno di un’opera al centro di polemiche, con un comitato che si opponeva alla sua realizzazione.
Grande circa 900 metri quadrati, resta la pavimentazione, ma si potrà posare solo una volta allacciato il riscaldamento. Serve una temperatura minima di 18 gradi.
L’impianto c’è, Ricci si augura che le polemiche siano ormai alle spalle.
“Rispetto alla zona dove è stata realizzata – continua l’assessore – ritengo che non ci sia un impatto, tra l’altro è a servizi.

Oltretutto, una volta chiuso il cantiere, non ci saranno recinzioni, la palestra sarà un tutt’uno con l’area circostante. 
Anche le piante d’ulivo non si sono seccate e gli operai sono stati particolarmente attenti alle querce, godono di ottima salute”.











Nei lavori alla struttura, il comune ha avuto economie per circa 70mila euro.
“Purtroppo il ministero non ci ha consentito di reinvestirli in zona, se li sono ripresi”. Questo vuol dire che per le tribune e la parte esterna, si dovrà fare diversamente."

http://www.tusciaweb.eu/2016/03/perche-palestra-santa-barbara-non-finita/


L’amministrazione Michelini ancora non si è chiesta il motivo per cui il centro civico sportivo integrato al “Parco delle Querce” non è ancora terminato. Anzi, ad onor del vero, sembra proprio che i lavori siano stati sospesi, eppure il termine per la realizzazione dell’opera era stato fissato in 120 giorni.
Sindaco, la matematica non è variabile come il trascorrere del tempo, è una scienza esatta, per cui se l’inizio lavori è stato il 19 marzo 2015, il termine sarebbe dovuto essere il 19 luglio 2015. Da allora sono trascorsi altri 240 interminabili giorni: ci sa spiegare, se ne è a conoscenza, il motivo di tale ritardo?
Sa dirci perché, nonostante sia trascorso un periodo tale da permettere la costruzione non di una, ma di tre palestre, questa opera non riesca a vedere la luce?
Sa inoltre dirci la data precisa in cui questa “tela di Penelope” sarà ultimata?
E se la colpa di tale ritardo sia da attribuire alla società appaltatrice, ha intenzione di chiedere delle penali, qualora fossero previste?
Un’ultima cosa, sindaco, visto il barbaro trattamento riservato ai poveri ulivi del parco, ci vediamo costretti a ricordarle la solenne promessa che aveva fatto alla cittadinanza riguardo l’incolumità delle querce all’interno del cantiere, non se ne dimentichi… ogni promessa è un debito che neanche il trascorrere del tempo può cancellare.
MoVimento 5 Stelle Viterbo

http://viterbo5stelle.it/le-risposte-al-parco-delle-querce-sono-una-chimera/


LE RISPOSTE AL PARCO DELLE QUERCE SONO UNA CHIMERA

Il MoVimento 5 Stelle di Viterbo desidera ringraziare l’assessore ai Lavori pubblici, Alvaro Ricci, per la velocità con cui a mezzo stampa ci ha fatto sapere che la palestra al Parco delle querce “è praticamente completata”, che le “piante d’ulivo non si sono seccate” e che le “querce godono ottima salute”.
Ci chiedevamo, però, perché ha aggiunto la parola “praticamente” riferendosi al completamento dell’opera, quel “praticamente” ci fa capire che in effetti non lo è veramente e infatti lei stesso dice che dovremmo attendere ancora due settimaneaffinché venga allacciato il riscaldamento, per poi posare il pavimento. Ci scusi assessore, ma allora l’opera non è affatto terminata, come si può affermare che lo sia? …non c’è il pavimento…
A questo punto ci vediamo costretti, non per polemizzare, ma per capire se la lingua italiana sia una condizione unica in tutto lo stivale, o, come il trascorrere del tempo, una variabile per ogni individuo, a porre nuovamente alcune domande: quando sarà completata l’opera? 
Per quale motivo non sono stati rispettati i tempi fissati in 120 giorni ? 
Sono previste penali nel caso in cui i ritardi siano imputabili alla società appaltatrice?
E, ancora, per quale motivo in passato era stato promesso che la somma risparmiata dal ribasso di gara (70mila euro?), sarebbe stata reinvestita nel parco con giochi per bimbi, riqualificazione della zona ecc. e oggi invece dice che il ministero non lo permette
Sono forse cambiate le regole ministeriali? Non ne eravate a conoscenza? Oppure sono state fatte promesse per rabbonire i cittadini ed evitare che le proteste contro l’opera sarebbero potute diventare imbarazzanti, sapendo benissimo che non avreste potute mantenerle?
Un’ultima cosa, Assessore, è sicuro che tutti gli ulivi siano tutti vivi e che le querce godano ottima salute? Molti dei suoi concittadini non la pensano affatto come lei, li vada a trovare al parco e lo dica personalmente a loro.
Rispondo con questa breve nota tecnica alle questioni poste dal Movimento cinque stelle sullo stato e sui tempi di realizzazione del centro Civico sportivo di Santa Barbara meglio conosciuto come palestra.
 I lavori sono stati consegnati il 19.03.2015. Subito il coordinatore per la sicurezza ha evidenziato la necessità di aggiornare il piano di sicurezza per cui sono stati sospesi dal 24.03 al 18.05.
 Il 19.05 si è iniziata la recinzione di cantiere e lo spostamento delle piante situate all’interno dell’area di sedime dell’immobile.








Gli scavi sono iniziati il 26.05 e le opere civili e strutturali sono proseguite con la sola interruzione del 24.05.2015 a seguito dell’allerta meteo dell’ AGENZIA REGIONALE DI PROTEZIONE CIVILE Prot. N. 340747/GR/18/02.
Dal 17.07.2015 al 26.09.2015 il lavori sono stati sospesi per l’approvazione della perizia di variante con la quale si è inteso migliorare l’opera sotto l’aspetto della protezione contro l’incendio.
Alla ripresa sono iniziate le operazioni di montaggio delle arcate in legno lamellare, della copertura e della facciata continua. Contemporaneamente e attraverso un attento coordinamento in sicurezza sono stati eseguiti gli impianti, le rifiniture interne e gli infissi.
In questa fase vi sono stati complessivamente 13 giorni di sospensione per cause metereologiche incompatibili con le specifiche lavorazioni (lavori in quota).
 Attualmente i lavori sono completati al 90 % circa. Dal 19.12.2015 sono sospesi per la necessità di variare il tracciato fognario previsto in progetto e per porre in essere tutti gli atti necessari per l’approvazione del nuovo tracciato che sarà esterno al cantiere e per il quale sono stati interpellati gli enti gestori per la eventuale presenza dei servizi interrati.
 La sospensione è inoltre legata alla richiesta degli allacci elettrico e gas indispensabili per la prova ed il collaudo degli impianti e per ottenere la temperatura interna minima necessaria per l’incollaggio del pavimento.
Il rup ha inoltre concesso una Proroga di 20 giorni
Questi i dati, in lingua italiana e spero comprensibili, sullo stato dell’arte della palestra a di Santa Barbara.
Quindi nessun mistero sui tempo e fasi di esecuzione.
Circa l’utilizzo delle economie ho sempre affermato che erano condizionate dalla autorizzazione del Ministero che ha erogato il finanziamento e che purtroppo, seppure richiesta, non è stata concessa.
Alvaro Ricci – Assessore Lavori pubblici

http://www.tusciaweb.eu/2016/03/palestra-santa-barbara-i-lavori-dovevano-finire-luglio-2015/






sabato 20 febbraio 2016

" Alberi infiniti: il bosco torna in città"

 foto Giovanni Greco
"Il bosco torna in città. E’ una notizia. Ne siamo sicuri? E soprattutto è un bene? Prendiamo le mosse da alcuni interessanti spunti. Ogni città ha una sua storia ed evoluzione. Spesso complessa, non sempre paragonabile. Ci sono città che si sono stratificate nel tempo, conoscendo periodi di splendore e parentesi di declino (è il caso di molte capitali europee), e città sorte in pochissimi anni, magari in mezzo al nulla (il “nuovo” che avanza sulle sabbie del deserto, nei paesi arabi). 


La città è stata spesso paragonata ad un organismo: con le sue arterie, i gangli e gli organi vitali. E con le sue metastasi. E’ il luogo di aggregazione, il luogo del lavoro e della vita quotidiana, specie nel XXI secolo. I grandi centri sono i poli intorno ai quali ruotano tempo e denaro. La città è soprattutto trasformazione. Che dovrebbe essere pianificata anche se, alcune volte, è il caos a rendere affascinante il tessuto urbano di molte metropoli. 
foto Giovanni Greco
In questo contesto, il bosco non ha uno spazio. Anzi, per secoli è stato considerato in antitesi con la città. Il bosco veniva tagliato e trasformato in abitazioni o in fonte energetica. Il bosco era il luogo selvaggio che doveva essere ricacciato altrove: luogo oscuro, popolato da fiere. Luogo pericoloso, ma anche luogo di culto (almeno fino all’ epoca romana) per le sue valenze magiche e legate al mito. Le mura delle città hanno tagliato per molto tempo il contatto con il bosco, poiché “fuori” vi erano eserciti, malattie  e fame. In Italia, però, si è affermata nei secoli una tradizione estetica che considera il “giardino” (non il bosco) luogo di delizie per i nobili. Architetti e costruttori si sono ingegnati  a creare, in ville e castelli, meraviglie verdi per principi e regnanti, costruendo opere di irrigazione, disegnando spazi e ordinando l’apparente disordine della natura in forme più congeniali allo spirito dei tempi. 
E’ con l’Ottocento che il rapporto tra verde e ambiti urbani ha conosciuto un differente sviluppo. Si sono abbattute le antiche mura, sono stati rasi al suolo interi quartieri e sono state tracciati le grandi vie alberate e gli spazi verdi dedicati al tempo libero ed all’intrattenimento. Parchi e ville diverranno nel giro di pochi decenni non più ad esclusiva fruizione di una stretta élite, ma “verde pubblico” (non bosco). 
foto Bruno Pagnanelli
Poi, irrompe la modernità a motore. L’uomo della città, pragmatico e calcolatore, imprime una nuova modifica all’ambiente che lo circonda, dando campo libero al trasporto su gomma. La città viene trasformata in luogo da attraversare (e collegare ad altre città) e sterminato parcheggio. Monumenti come spartitraffico, alberi come ostacolo da abbattere (o contro cui sfracellarsi per imperizia). Il depauperamento culturale si consuma in pochi decenni, grosso modo dall’inizio degli anni ’60 del secolo scorso. E’ quella rivoluzione antropologica, ben descritta da Pasolini, da cui non siamo riusciti ad affrancarci. 
Dov’è il bosco adesso? Con i suoi tempi, le sue stagioni, le sue necessità? Prati stenti di periferia, ai bordi dei casermoni, aree pubbliche attrezzate con giochi da vandalizzare, sistemi di aree “protette” (riserve) dove scaricare rifiuti, ville urbane in lento decadimento, beghe tra condomini sul destino da riservare a questo o quell’albero che ha le radici, ha le foglie e toglie luce o rompe i muri o rischia di cadere sulla testa di qualcuno. Su tutto l’ignavia delle amministrazioni comunali incapaci di gestire il verde, poiché i tempi amministrativi non seguono
quelli naturali e la formazione delle maestranze impiegate nella manutenzione è una cosa sconosciuta e negletta. Il cittadino si accorge delle prime fioriture primaverili o commenta la loro precocità (in parte preoccupato degli andamenti climatici squilibrati ed insicuri), ma raramente si lascia commuovere da questi doni. I bordi dei marciapiedi sono una distesa di ceppaie morte: le file di alberi piantati registrano negli anni continui decessi (è difficile vivere in città). Accrescendo il senso di smarrimento e di brutto. Quello che non si vede nel bosco, la morte, la trasformazione e la rinascita, sul cemento rimane cristallizzato per anni. 
foto Bruno Pagnanelli

Il bosco ha necessità diverse dalla città: ha bisogno di spazio, di equilibrio e di assenza dell’elemento umano. In una situazione di generale degrado, alcuni paesaggisti stanno provando, con fatica, ad immaginare il recupero degli spazi e ad invertire una tendenza.  Sono nate  nuove categorie di pensiero: arredo stradale; verde attrezzato di quartiere; verde storico archeologicograndi parchi urbaniverde speciale; boschi destinati al disinquinamento ed all’assorbimento della Co2. Nuovi esperimenti sono in corso in numerose città italiane, a partire da Milano. Alcuni sembrano esercizi di stile, ancora troppo legati a concetti di quartiere alveare. Atri stanno diventando dei modelli esportabili a cominciare dal “bosco verticale” (che, in forma moderna, richiama uno degli archetipi urbanistici di più longeva memoria: i giardini pensili babilonesi). Il compito di architetti ed amministratori è una missione improba (per costi e visione) che potrebbe dare nei prossimi anni, però, quella svolta che finora è mancata. Non interventi spot, spesso condotti in malo modo, ma una lettura storica e ragionata del territorio che liberi spazi fisici e mentali. Se già nell’Ottocento, nel mondo anglosassone, sono state concepite le città giardino come antidoto alle brutture della città industriale, nel contesto attuale è necessario ricostruire un rapporto interrotto da secoli. Occorre riabituare l’uomo al contatto con la sua prima casa: quella da cui siamo scesi migliaia di anni fa per non farvi più ritorno. 
Sul “ritorno del bosco” si ragionerà il 18 e 19 febbraio, presso la Fondazione Benetton a Treviso. "

   Estratto da : 


con la speranza che un giorno il Parchetto torni.


lunedì 4 gennaio 2016

L'anno nuovo inizia male..latuavoce.it cessa le pubblicazioni

"Da oggi latuavoce.it cessa le pubblicazioni."

Comunque  la pensiamo era una "voce" in più, fuori dal coro.   
Ogni volta che un organo di informazione cessa di pubblicare è una sconfitta per tutti. 


 "Da oggi latuavoce.it cessa le pubblicazioni."
Non sappiamo cosa abbia spinto tale decisione, ma sicuramente è e sarà una grande perdita, una perdita per tutti. Una perdita sia a livello informativo e soprattutto comunicativo, di chi metteva passione nelle cose e lo faceva con un proprio stile. 

Ringraziamo il Direttore, Giornalista Senatore Michele Bonatesta per tutte quelle volte che ha dato "Voce" al nostro gruppo e spazio a noi cittadini. 


Lettera aperta del senatore Michele Bonatesta

VITERBO. Essì, il 21 dicembre scorso ci eravamo lasciati con gli auguri di “ Buon Natale “, dandoci appuntamento al 31 dicembre 2015 per gli auguri di fine anno.Per gli auguri di fine anno e per la comunicazione di una... “ notizia importante “.
Bene, siamo arrivati al 31 dicembre.
Oggi è il 31 dicembre 2015 ed è il giorno in cui abbiamo preso impegno di comunicare una notizia importante.Per cui... per cui lo facciamo subito.Eccerto: quando si ha un peso sullo stomaco, la cosa migliore è toglierselo il prima possibile.E noi... noi lo facciamo ora.Essì, la... “ notizia importante ‘.
Da oggi latuavoce.it cessa le pubblicazioni.
Da domani non troverete più latuavoce.it nella edicola on line nella quale – non senza sacrifici – l’abbiamo fatta arrivare puntuale, ogni mattina, per sei anni di seguito.
3.148 numeri pubblicati senza soluzione di continuità, giorni festivi e festività di vario genere compresi.
Non è stata una decisione, questa di tirare i remi in barca, improvvisa né tantomeno una decisione presa a cuor leggero.
Nossignore.
La verità è che... la verità è che ‘ la cosa ’ ci ronzava nella testa già da tempo.
Eccerto: la libertà – specie per chi esercita un determinato ruolo nel settore dell’editoria – ha un suo costo.Un costo notevole.Un costo elevato se effettivamente si vuole mantenere la propria libertà, incondizionata.Libertà di pensiero.Libertà di opinione.Libertà di espressione.Libertà di coscienza.Libertà economica.Quella ‘ libertà ‘, insomma, alla quale noi, latuavoce.it, non abbiamo mai rinunciato, indipendentemente dal costo.

Ma poi – come in ogni cosa – arriva il momento in cui la vita chiede di 
‘ tirare le somme ‘ di ciò che è stato fatto.Tirare le somme per capire se... se ne è valsa la pena.Soprattutto... se varrebbe la pena continuare.Epproprio: le somme.Le somme, dicevamo, di ciò che si è realizzato.
Anche noi, dunque, abbiamo deciso di farlo e – con orgoglio – oggi possiamo dire che... ebbene... sì... il bilancio possiamo considerarlo del tutto positivo.
Ebbene sì: ne è valsa la pena.
La nostra presenza, la presenza de latuavoce.it nel variegato e sempre più affollato mondo della stampa locale ( in particolare ), ha avuto un ruolo importante.
Un ruolo di novità, sicuramente, a cominciare dal format che si è voluto richiamare a quello della carta stampata per differenziarsi già nella ‘ presentazione ‘ da tutte quelle altre testate che sempre più assomigliavano a semplici.. agenzie di stampa.
Nossignore.
Sin dal primo momento latuavoce.it ha voluto essere “ la voce “ di tutti coloro che sino a quel momento non avevano avuto voce, “ la voce “ di tutti coloro ( viterbesi e non) che avessero deciso di avere “ voce in capitolo “ anche su fatti nazionali, e internazionali, regionali, provinciali, locali.
Senza condizionamenti e pregiudiziali di carattere politico..Un giornale di informazione ad ogni livello, dunque, ma anche un giornale di ‘ opinione ‘.Senza ostracismi di parte o nei confronti di chicchessia.Un giornale di opinione ma anche... un giornale satirico.Senza censure di alcun tipo.Un giornale di satira politica.
Eggià: 3.148 numeri di giornale di informazione, opinione e satira di tal fatta, non hanno rappresentato una impresa facile, quotidiana ma... ma ce l’abbiamo fatta.
Ce l’abbiamo fatta grazie innanzi tutto al nostro co-editore Bruno Moneta, e poi grazie ai collaboratori tecnici che ci hanno accompagnato – in tempi diversi – nell’arco di questi sei anni: Matteo, Alessandro, Pierluigi.
Grazie.
Grazie a tutti loro che con passione e competenza hanno collaborato alla ‘ nascita ‘ – ogni giorno – di un nuovo numero de latuavoce.it per... 3.148 giorni.
Ma un grazie particolare pensiamo di doverlo rivolgere al nostro amico e collega Gianfranco Faperdue, il decano dei giornalisti viterbesi.
Un giornalista della ‘ vecchia scuola ‘ viterbese che ha saputo essere attento osservatore, critico e suggeritore delle problematiche della nostra città, della nostra Viterbo ma anche del nostro territorio in generale, con i suoi 1.520 articoli pubblicati su latuavoce.it.
1.520 articoli che – uniti ai nostri 2.140 – hanno rappresentato il vero e proprio “ zoccolo duro “ de latuavoce.it , la spina nel fianco di tanti politici ed amministratori che ci hanno sempre seguiti con il timore ogni volta di essere loro oggetto di osservazione sotto la nostra lente di ingrandimento, politici ed amministratori che alla fine - in molti – hanno scelto di diventare degli strani ibridi tra lo struzzo con la testa infilata nella sabbia e le tre scimmiette che non parlano, non vedono e non sentono pur di non accettare il confronto con le nostre opinioni,con le nostre ragioni.
Essì: grazie a Bruno, a Gianfranco, a Matteo, Alessandro e Pierluigi ma grazie anche a tutti coloro che hanno scelto il nostro giornale per fare ascoltare ‘ la loro voce ‘ pur non essendo di questo territorio.
I nomi non li facciamo per evitare di dimenticarne qualcuno dato che tanti sono stati.
Nomi non ne facciamo ma... grazie anche a tutti coloro che hanno scritto su latuavoce.it ed a tutti quelli che per un motivo o per l’altro – magari... per sbaglio, magari... per curiosità – si sono collegati ( magari... anche una sola volta) dai 119 paesi esteri che abbiamo raggiunto e dalle 3.371 località italiane che sono state monitorate attraverso le 62.556 pagine visitate, in 382.077 pagine di domini esterni.
Essì, questi sono “ i numeri “ de latuavoce.it dopo sei anni di pubblicazioni, numeri che ci rendono orgogliosi del lavoro fatto e soddisfatti delle “ somme “ che abbiamo potuto tirare insieme a oltre 5.000 lettori unici al giorno, con i loro oltre 7.000 contatti giornalieri.
Grazie, grazie anche a tutti loro.
Ma... dicevamo dei ‘ numeri ‘ .
Numeri e contatti autentici, non ‘ truccati ‘ – come altri amano fare – attraverso i contratti ‘ a pagamento ‘ con Google.
Nossignore: i nostri sono numeri autentici, di lettori veri e non numeri taroccati a fini... pubblicitari.
Numeri che noi oggi consegniamo – senza falsa modestia – alla “ storia “ del giornalismo locale sicuri che non saremo dimenticati tanto facilmente e tanto presto.
Massì: oggi ci sarà sicuramente chi resterà rammaricato per questa ‘ notizia importante ‘ che abbiamo voluto comunicare proprio l’ultimo giorno del 2015 ma, oltre ai ‘ rammaricati ‘ ci saranno sicuramente altri che stapperanno bottiglie di spumante brindando alla nostra uscita di scena.
Eccerto: tanto... tanto a Viterbo non succede mai niente.Epproprio: a Viterbo... a Viterbo non succede mai nulla di importante.Nonostante le premesse ci sarebbero tutte.Nonostante ci sia la mafia.Nonostante ci sia la corruzione.
Lo ha detto anche l’ex Procuratore Capo della Procura della Repubblica di Viterbo in una intervista a Il Messaggero, giorni faa Viterbo la mafia c’è quanta e più di... Mafia Capitale.
E noi lo abbiamo sempre denunciato, prima che lo dicesse lui, il dr. Alberto Pazienti.
Non solo lo abbiamo denunciato ma abbiamo anche espresso i nostri dubbi che qualche pezzo di ‘ Mafia capitale ‘ fosse andato a finire nel Comune di Viterbo.
Senza ottenere risposte né smentite, ovviamente.
Così come la corruzione.
Anche noi, prima che lo dicesse il Procuratore Capo della Procura della Repubblica di Viterbo, abbiamo sempre lasciato ‘ capire ‘ che a Viterbo c’è corruzione , lasciando ‘ intendere ‘ anche dove – a nostro avviso – si correva il rischio che ci fosse.
Ma a Viterbo... a Viterbo non succede mai niente.
Mai niente di “ importante “ ovviamente.
Lo ha amaramente rilevato – nella sua intervista di commiato – anche il dr. Alberto Pazienti, Procuratore Capo della Procura della Repubblica di Viterbo, dandone anche una spiegazione.
Una spiegazione ancora più “ amara “ ( a nostro avviso ) della stessa constatazione.
“ A Viterbo non succede mai nulla di importante – ha, di fatto, spiegato il dr. Alberto Pazienti– perché... perché a Viterbo c’è... la prescrizione “.
Un motivo in più – per noi, a questo punto – per sentirci liberi ( nei confronti dei nostri lettori e delle Istituzioni) ed essere liberi di... andare finalmente in pensione.
Senza rammarico.
Senza rimpianti.
Con la certezza di avere fatto sino il fondo il nostro dovere di politici con le mani pulite e di giornalisti liberi, con la coscienza ( e non solo)... libera.
Eccerto.
Per cui... per cui... BUON ANNO a tutti.Buon 2016 a tutti, veramente.
A tutti !
O... no ?
Senatore Michele Bonatesta
Viterbo, giovedì 31 dicembre 2015